Pubblichiamo il comunicato stampa dei Verdi di Impruneta, perchè spiega e descrive dettagliatamente tutte le "criticità" legate alle elezioni per i consigli delle città metropolitane.
Ricordiamo che anche in provincia di Milano i consiglieri comunali e i sindaci, sono chiamati a Palazzo Isimbardi per eleggere i 24 consiglieri della città metropolitana milanese.
28 SETTEMBRE: PRIME ”ELEZIONI SELFIE” DEL CONSIGLIO DELLA CITTA' METROPOLITANA
“DA FIRENZE A FIRENZUOLA”.
UN ENTE CON POTERI ENORMI, MA CONCITTADINI SENZA VOCE E RAPPRESENTANZA POPOLARE SCARSA.
Il
prossimo 28 settembre si voterà per l'elezione del Consiglio della
Città Metropolitana di Firenze, la nuova istituzione che comprende i 42
Comuni della Provincia di Firenze. A votare però stavolta non saranno
direttamente i cittadini ma i 647
consiglieri comunali ed i 42 sindaci in carica dei comuni della ex
Provincia di Firenze (trasformata adesso in Città Metropolitana).
Nonostante che la Città Metropolitana avrà competenze maggiori della ex Provincia – con
il potere di decidere su pianificazione generale del territorio,
ambiente, trasporti e viabilità, servizi al cittadino, edilizia
scolastica, ecc... ed altre funzioni attribuibili da Regione e Stato - i cittadini non potranno scegliere chi la dovrà governare.
Ai
cittadini resterà la soddisfazione di sapere di vivere nella Città
Metropolitana che va da “Firenze a Firenzuola”: sono soddisfazioni nella
vita!
Il voto spettante ai cosiddetti “grandi elettori” (consiglieri comunali e sindaci) non è però uguale, ma
viene “ponderato” secondo il solo criterio della fascia di popolazione
del Comune di appartenenza, per cui i consiglieri del comune di Firenze
avranno un “peso” ben maggiore di quello dei comuni piccoli o medi. Ad esempio i voti dei consiglieri di un Comune della fascia compresa tra 10 e 30.000 abitanti (come nel caso di Impruneta,
Bagno a Ripoli, Greve, San Casciano) valgono circa dieci volte meno
(indice 98,03) rispetto al voto di un consigliere del comune di Firenze
(indice 945,94).
Trattandosi
di una elezione di “secondo grado” c'è un'altra palese sperequazione
della rappresentanza popolare, che deriva dalle modalità elettive dei
diversi consiglieri comunali elettori, e che avrà un effetto distorsivo
sulla composizione del futuro Consiglio Metropolitano.
Per fare un esempio pratico
da Impruneta i
potenziali votanti per il consiglio metropolitano saranno 17 (16
consiglieri più il sindaco), ma in base ai risultati delle scorse
elezioni comunali - in applicazione del sistema elettorale per i comune
sotto i 15mila abitanti, che assegna 2/3 dei seggi alla prima lista – la
lista PD (comprensiva dei socialisti ) con il 42% dei votanti ha
ottenuto 12 rappresentanti, mentre il resto delle opposizioni sparse
porterà a partecipare alle elezioni del Consiglio Metropolitano solo 5
consiglieri avendo nel complesso ottenuto il 57% dei votanti (votanti
che peraltro furono nel complesso un po' pochini: appena il 55% degli
aventi diritto al voto!).
Situazioni
analoghe si hanno anche nei Comuni sopra i 15.000 abitanti, nei casi in
cui alle liste che sostengono il Sindaco eletto hanno beneficiato della
attribuzione del cosiddetto “premio di maggioranza” del 60% dei seggi,
pur avendo quelle liste ottenuto un risultato in termini di voti inferiore a tale percentuale.
Si tratta di una sproporzione della rappresentanza del voto popolare che si replicherà “maggiorata” nel Consiglio Metropolitano:
secondo alcune elaborazioni statistiche sulla base della composizione
della base elettorale (consiglieri e sindaci dei 42 Comuni) il PD e le
liste collegate potrebbero far la parte del leone alla Città
Metropolitana, ottenendo ben 13 (pari al 72%) dei 18 componenti il
Consiglio Metropolitano, oltre al Presidente dello stesso che per legge è
automaticamente il Sindaco di Firenze.
La Legge 56/2014 (cosiddetta “Legge Del Rio”) prevederebbe anche la teorica possibilità della elezione diretta del
Consiglio e del Sindaco della Città metropolitana da parte dei
cittadini, laddove ciò fosse previsto nel suo Statuto, che però dovrà
essere approvato in futuro. Ma la norma prevede anche una
farraginosa procedura per cui il Comune di Firenze dovrebbe prima
deliberare di smembrare il proprio territorio in più Comuni e che su questo si tenga un referendum su scala metropolitana. In pratica dovrebbero prima essere fatti risorgere i Comuni del Galluzzo e di Brozzi che furono accorpati a Firenze nel 1928.
Ma le regole stabilite per le elezioni metropolitane regalano anche un'altra piccola
perla.
La
legge prevede infatti che per potersi presentare alle elezioni per il
Consiglio della Città Metropolitana ogni lista debba essere sottoscritta
dal almeno 35 consiglieri (pari al 5% dei 689 tra consiglieri e Sindaci
aventi diritto al voto). Non contenti di ciò se ne sono inventata un'altra stabilendo che i candidati non possono sottoscrivere per presentare la propria lista. Per cui, in realtà, per poter presentare una lista il numero dei consiglieri sostenitori può salire fino a 53 (35 sottoscrittori e 18 candidati al Consiglio Metropolitano).
Questa ulteriore tagliola tuttavia non è proprio prevista nella legge nazionale,
tanto che la circolare del Ministero dell'Interno nel proporla utilizza
la formula sibillina del tipo ”si esprime l'avviso che...”. Tale
“avviso”
tuttavia è stato prontamente recepito nel “vademecum per le elezioni” approvato la scorsa settimana per lo svolgimento delle elezioni della Città Metropolitana di Firenze.
In tal modo però si introduce fittiziamente una condizione di incandidabilità, non prevista dalla legge, laddove si asserisce
appunto che il sottoscrittore di una lista
non possa essere candidato, e costituisce una interpretazione unica (in
tutto l'Universo) nel caso di elezioni di “secondo grado”.
Nello specifico l'effetto pratico sarà solo quello di rendere più complicata la rappresentanza della liste “minori”, e magari costituire un utile deterrente anche per tacitare
eventuali “malpalncisti” dei
partiti maggiori (come già testimoniamo le polemiche in atto proprio
nei partiti di maggioranza della zona del Mugello), che avendone
l'opportunità potrebbero essere indotti in tentazione e votare
diversamente dagli ordini di scuderia, magari esprimendo un voto per una lista minore.
Nonostante
l'importanza dell'organo della Città Metropolitana che verrà eletto il
prossimo 28 settembre, quelle che si terranno più che ad elezioni
assomigliano molto ad un autoscatto, un "selfie" magari anche un po'
sfocato, in cui si vede solo una grande chiorba, ma si perdono i
dettagli di ciò che gli sta attorno.
Verdi per Impruneta
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