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mercoledì 21 dicembre 2016

sulla vittoria del referendum del 4 dicembre

“Abbiamo votato No nel merito della riforma costituzionale e non contro qualcuno e tantomeno contro Renzi, una riforma sbagliata che gli italiani con una grande partecipazione hanno bocciato”. Lo dichiarano Angelo Bonelli e Luana Zanella della federazione dei Verdi.
“Non facciamo parte di alcuna coalizione del No- proseguono- perche’ per noi Verdi non esiste una coalizione del genere, purtroppo questo referendum e’ stato trasformato in un’elezione politica commettendo un gravissimo errore. Ci auguriamo una rapida e profonda riflessione dal Pd sul perche’ il centrosinistra non esiste piu’ in Italia ed e’ stato disintegrato da politiche che hanno allontanato milioni di elettori, perche’ se non vogliamo consegnare alle destre e al populismo il governo del paese va costruito un programma di governo che coinvolga le forze sociali,associative , politiche e i buoni amministratori locali e che dia risposte al malessere diffuso nella societa’. Le politiche ambientali di questo governo- sostengono Zanella e Bonelli- sono state pessime ma possono essere il traino di uno sviluppo economico”. In Austria “Van der Bellen vince insieme a socialisti, Verdi e liberali mentre in Italia si preferisce Verdini. Per noi il modello e’ quello austriaco e non quello di Verdini. Anche noi Verdi- concludono Bonelli e Zanella- dovremmo avviare una profonda e rapida riflessione per dare al paese una proposta alle prossime elezioni di una forza ecologista di carattere europeo”.


lunedì 14 novembre 2016

30 ANNI FA NASCEVANO I VERDI ITALIANI

ANNI DI CONQUISTE ECOLOGISTE PER I DIRITTI, PER L’ECONOMIA CHE E’ DOVEROSO RICORDARE
30 anni fa, il 16 novembre del 1986, a Finale Ligure nascevano le liste Verdi: anni di importanti conquiste ecologiste per la società, la cultura, i diritti e l’economia del nostro paese. Conquiste che non hanno avuto quel giusto risalto e riconoscimento nel paese. C’è una domanda ricorrente che viene fatta da molti: ma i Verdi esistono ancora? Si esistono e pur essendo usciti dal 2008 dal parlamento, continuano ad essere presenti in molti territori e istituzioni locali, protagonisti di molte battaglie con oltre 100 tra consiglieri comunali e assessori, nonostante non siano presenti da oltre 10 anni nelle trasmissioni di informazione e nei talk show sia della televisione pubblica che privata.
Le Liste Verdi sono state il primo tentativo riuscito, dopo gli anni del terrorismo in Italia, a ottenere rappresentanza istituzionale senza voler essere "partito". Questo è avvenuto grazie al contributo proveniente dalle positive esperienze delle università verdi, delle associazioni ambientaliste e dei gruppi pacifisti.
E' così che si è avviato il percorso che avrebbe portato i Verdi a farsi portavoce di istanze ecologiste e di un diverso modello di sviluppo economico non basato sulla crescita illimitata e il consumo bulimico delle risorse. E come trenta anni fa, ancora oggi quegli obiettivi rimangono sostanzialmente gli stessi. Ma con la presenza politica dei Verdi si possono sicuramente sottolineare e ricordare alcuni significativi obiettivi ottenuti per l’Italia e i suoi cittadini.
L’otto novembre del 1987 grazie a un referendum sostenuto da Verdi gli italiani dicono No la nucleare portando l’Italia a chiudere le centrali nucleari. Negli anni successivi grazie all’azione dei Verdi al governo si apre una fase nuova perché con il conto energia a sostegno delle energie rinnovabili l’Italia diventerà leader in Europa nella produzione di energie pulite nonostante il tentativo di molti governi compreso l’attuale di fermare le rinnovabili. Già nel 2012 l’Italia era prima con il 39% tra i grandi paesi Ue, a pari merito con la Spagna, per quota di energia rinnovabile nella produzione elettrica, davanti a Germania 24%. Oggi la quota di energia rinnovabile nella nostra produzione elettrica ha superato il 43%.
Il 3 giugno del 1990 i Verdi promuovono il referendum contro la caccia e l’uso dei pesticidi in agricoltura. Purtroppo il referendum non raggiunse il quorum a causa della campagna astensionistica attuata dalla lobby trasversale dei cacciatori e degli armieri. Ma quei temi referendari rimangono quanto mai attuali a partire dall’urgenza di garantire cibi sani, sicuri e liberi da veleni. Con la legge quadro sui parchi la 394/1991 voluta da quel piccolo e preparato, gruppo di parlamentari Verdi, l’Italia avrà un sistema di parchi nazionali e aree marine e conseguentemente parchi regionali mettendo sotto tutela e conservazione oltre 1,5 milioni di ettari di territorio. Una straordinaria operazione ambientale. Leggi come l’abolizione della pena di morte dal codice penale militare di guerra, i primi provvedimenti legislativi antismog la n.385/ 1989, per la difesa e il riassetto del suolo, la n.183/1989, la cessazione dell’impiego dell’amianto, la nuova normativa sulla caccia la 157/92, la razionalizzazione delle norme sui rifiuti, sull’inquinamento acustico, il divieto di trasformazione urbanistica delle aree percorse da incendi, lo stop agli Ogm in agricoltura per difendere il made in Italy enogastronomico, il conto energia per le rinnovabili, l’ecobonus per le ristrutturazioni edili in vigore dal 2007. Proprio l’ecobonus, voluto dai Verdi durante l’ultimo governo Prodi, ha dato un forte impulso all’economia nazionale e all’occupazione. Questa misura, ancora oggi in vigore, nel 2015 ha prodotto investimenti per 24.106 milioni di euro equivalenti a 351mila posti di lavoro fra occupazione diretta e indotta. L’elenco è lungo e dimostra come l’azione dei Verdi sia stata propositiva e costruttiva per il progresso del paese: sono stati detti ovviamente dei No assolutamente giusti che ancora oggi vengono ribaditi, come quello sul ponte sullo Stretto di Messina , 8 miliardi di euro di risorse che dovrebbero essere invece utilizzati per la messa in sicurezza dal rischio sismico e idrogeologico dell’Italia, o il no alle folli trivellazioni petrolifere che mettono a rischio i nostri mari e le nostre terre. "I cambiamenti climatici costituiscono una delle principali sfide attuali per l’umanità" scrive Papa Francesco nella Lettera Enciclica Laudato Si’ - Sulla cura della casa comune. Il messaggio del Papa arriva in un momento in cui le conseguenze drammatiche dei cambiamenti climatici sono sempre più gravi: saranno quasi 200 milioni i profughi climatici previsti dall’Onu entro il 2050 che fuggiranno da aree desertificate, carestie e guerre per il controllo delle risorse naturali. Alle sagge parole del Papa dobbiamo fare i conti con la preoccupante elezione di Trump a presidente degli Stati Uniti d’America che nel suo programma ha messo nero su bianco di voler mettere in discussione gli accordi sul clima e di costruire un‘America intollerante verso i più deboli. Anche in Europa e in Italia gli effetti dell’inquinamento e la crisi ambientale e climatica condizionano negativamente la vita della popolazione e dell’economia. Secondo l’organizzazione mondiale della sanità (Oms) e l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), «il costo economico dei circa 600.000 decessi prematuri e malattie provocate dall’inquinamento in Europa, raggiungevano, nel 2010, la cifra di 1.600 miliardi di dollari», ovvero 1.463 miliardi di euro. Un ammontare che equivale circa al 10% del P.i.l. dell’Unione Europea. L’Italia ha un governo che dal punto di vista delle politiche ambientali è certamente uno dei peggiori della storia della Repubblica: ha dato il via alla ripresa delle trivellazioni petrolifere, penalizzato le rinnovabili, approvato il decreto 91/2014 che sana l’inquinamento a mare e molto altro. C’è un’anomalia italiana che è quella di non avere avuto e di non avere un movimento Verde forte dal punto di vista elettorale come quello del Nord Europa. E’ un tema profondo questo, che evidenzia anche una differenza di visione della società e dei beni collettivi tra nord e sud Europa. Rimango profondamente convinto che a differenza del Nord Europa in Italia vi sia un deficit di etica della responsabilità. Ma la domanda è: l’Italia ha bisogno di una forza Verde, moderna e innovativa sganciata da vecchie logiche ideologiche, che sappia allearsi con chi mette al centro delle politiche di governo la conversione ecologica dell’economia e la lotta a tutte le povertà? E come deve organizzarsi e su quali basi? A questa domanda spero e auspico che si possa aprire una discussione anche critica ma propositiva per il bene del futuro del nostro paese. Mercoledì16 novembre alle ore 11 a piazza Montecitorio sarà presentato il libro dei 30 anni dei Verdi che ricorda tutte le leggi, le battaglie vecchie e nuove fatte per l’Italia. In ogni caso tanti auguri ai Verdi italiani.
Angelo Bonelli

VERDI: Documento per il NO nel referendum sulla Revisione Costituzionale e sulla connessa legge elettorale

  •   I Verdi italiani che sottoscrivono il presente documento ritengono sbagliato e inaccettabile che il referendum sulla riforma costituzionale, previsto per il 4 dicembre 2016, venga tramutato in una sorta di plebiscito a favore del Presidente del Consiglio Renzi e del suo Governo. Qualunque sia il giudizio che qualunque forza politica e qualunque cittadino o cittadina abbia nei confronti del Governo Renzi, che può essere positivo o negativo o anche articolato rispetto ai singoli provvedimenti del suo programma, nel referendum deve prevalere esclusivamente il giudizio sull’insieme della riforma costituzionale approvata dalla maggioranza del Parlamento secondo le procedure previste dall’art. 138 della Costituzione. Il quale art. 138 prevede anche la possibilità di promuovere un referendum (senza quorum di validità) su ogni legge di revisione costituzionale, qualora tale legge non sia stata approvata nell’ultima lettura da entrambe le Camere con i due terzi dei propri componenti. La riforma costituzionale è stata approvata con maggioranze di poco superiori al 50% e condizionate anche dagli effetti “drogati” determinati dalla legge elettorale “Porcellum”, poi dichiarata incostituzionale dalla Corte costituzionale. Il prossimo referendum è stato promosso tanto dalle forze politiche di opposizione, quanto dalle forze politiche di maggioranza: nel primo caso si tratta di un referendum “oppositivo” e nel secondo caso di un referendum “confermativo”, a seconda delle intenzioni politiche dei proponenti.

  • 2.     I Verdi che sottoscrivono il presente documento condividono la necessità del referendum, ma intendono esprimersi soltanto sulla materia costituzionale, e sulla strettamente connessa (anche se non sottoposta a referendum) legge elettorale per la Camera dei deputati (il cosiddetto “Italicum”), che ne costituisce il logico completamento, anche se si tratta di legge ordinaria e non di legge costituzionale. Noi riteniamo che una riforma costituzionale non debba mai essere legata alle sorti di alcun Governo “pro tempore”, perché la Costituzione, anche se riformabile e riformata, è la legge fondamentale che riguarda tutti i cittadini e le cittadine e anche tutte le forze politiche, a prescindere dalle transeunti maggioranze politiche che sostengono di volta in volta uno specifico Governo, e deve avere la capacità e possibilità di una lunga durata e validità, al di là delle singole contingenze politiche. Il popolo sovrano si è già pronunciato due volte con un referendum popolare su complesse riforme costituzionali. Nel 2001 il referendum ha confermato la riforma del Titolo V della seconda parte della Costituzione proposta dal centrosinistra, mentre nel 2006 il referendum ha bocciato la più ampia riforma costituzionale proposta dal centrodestra nel 2005. Nel primo caso la riforma era stata votata dal Parlamento durante il Governo Amato e confermata nel referendum durante il Governo Berlusconi. Nel secondo caso la riforma era stata votata dal Parlamento durante il Governo Berlusconi ed era stata bocciata nel referendum durante il secondo Governo Prodi. In nessuno dei due casi precedenti, dunque, il pronunciamento referendario ha avuto alcuna ripercussione sulle sorti dei Governi in carica.

  • 3.     La riforma elettorale, approvata con ripetuti voti di fiducia ed entrata in vigore il 1° luglio 2016, è strettamente connessa alla riforma costituzionale pur se attualmente non sottoposta a referendum, mentre nel prossimo futuro, dopo il referendum, sarà sottoposta al giudizio della Corte costituzionale anche alla luce della sentenza n. 1 del 2014 sulla incostituzionalità di alcuni aspetti essenziali della precedente legge elettorale (il cosiddetto “Porcellum”). Noi riteniamo che l’”Italicum” sia una legge inaccettabile sotto diversi profili. In particolare riteniamo sbagliato:

I.                   che il premio di maggioranza possa essere dato anche a chi non ha raggiunto il 50% dei voti espressi e quindi non condividiamo il doppio turno, che permetterà di ottenere il premio di maggioranza anche sulla base del consenso di una ristretta minoranza di elettori (nell’attuale sistema tripolare e con i crescenti tassi di assenteismo, potrebbe realisticamente trattarsi anche solo del 20-25% degli aventi diritto al voto);

II.                 che sia esclusa la possibilità di formare coalizioni, come invece è previsto sia per le elezioni regionali che per le elezioni comunali, senza che questo abbia comportato problemi di governabilità a livello regionale e locale, permettendo anzi una più ampia rappresentatività e un più ampio pluralismo sia tra le forze di governo che tra quelle di opposizione;

III.              che siano previsti i capilista bloccati decisi dalle segreterie dei partiti, senza possibilità per gli elettori e le elettrici di esprimere su di loro il voto di preferenza, e che per di più sia prevista per i capilista la possibilità di candidature plurime (fino a dieci!), mettendo in questo modo esclusivamente nelle mani dei segretari di ciascun partito la scelta verticistica e autocratica degli eletti, espropriando le elettrici e gli elettori di ogni possibilità di scelta e ritornando a realizzare conseguentemente una Camera dei deputati in grande prevalenza di “nominati” e non di eletti;

IV.              che tutto questo comporti di fatto una modificazione surrettizia della forma di Governo, arrivando ad una “democrazia di investitura” ed espropriando sostanzialmente il Presidente della Repubblica del potere di scegliere il Presidente del Consiglio incaricato, come previsto dalla Costituzione, arrivando invece ad una sorta di “investitura” obbligata al “capo” sulla base dei risultati consentiti dalla legge elettorale.

  • 4.     Per quanto riguarda la riforma costituzionale, riconosciamo che un giudizio analitico può far emergere sia luci che ombre, ma riteniamo che, nel suo insieme, si tratti di una riforma non condivisibile per il suo impianto complessivo. Tra gli aspetti positivi possono essere citati, ad esempio, la più rigorosa disciplina della decretazione d’urgenza (inflazionata in modo crescente anno dopo anno e ormai giunta a livelli inaccettabili anche col Governo Renzi) e la soppressione del CNEL, organismo ormai totalmente obsoleto per una classe politica, sindacale e imprenditoriale “a fine carriera”, divenuto irrilevante rispetto alle finalità originariamente immaginate (ma mai pienamente realizzate) per un simile organismo. Tuttavia entrambi gli obiettivi avrebbero potuto essere raggiunti con singole leggi costituzionali “ad hoc”, che avrebbero realisticamente trovato il consenso della quasi totalità del Parlamento e comunque, in caso di vittoria dei NO nel referendum, potranno essere realizzati nel prossimo futuro appunto con singoli provvedimenti di natura costituzionale, anche nell’ambito temporale dell’attuale legislatura.

  • 5.     Tuttavia le ombre e gli aspetti critici della riforma prevalgono nettamente sui pochi aspetti positivi. Il superamento del bicameralismo perfetto o paritario, obiettivo pur condivisibile, è stato realizzato in modo confuso e pasticciato, sia sotto il profilo della composizione del futuro Senato, sia sotto il profilo delle sue competenze legislative e del suo rapporto con la Camera dei deputati e con il Governo. Appaiono inaccettabili e contradditorie tanto le modalità di elezione indiretta, del resto demandate ad una futura legge ordinaria di cui non si conoscono le caratteristiche, quanto la sua natura politica: i futuri senatori rappresenterebbero le rispettive forze politiche e non certo i territori. E per di più i cittadini e le cittadine sarebbero espropriati del loro potere sia di elettorato attivo che di elettorato passivo. Inoltre la ripartizione delle competenze legislative tra Camera e Senato è stata effettuata, con il nuovo art. 70, in modo talmente confuso e complesso, da rendere incomprensibile il testo alla grande maggioranza dei cittadini e da rendere probabili innumerevoli conflitti di competenza difficilmente risolubili se non ricorrendo alla Corte costituzionale.

  • 6.     Per quanto riguarda l’altro fondamentale aspetto della riforma, e cioè la modifica del Titolo V in materia di autonomie regionali, anziché individuare alcune limitate e specifiche correzioni rispetto alla riforma introdotta nel 2001 dalla maggioranza di centrosinistra e confermata dal referendum popolare, si è scelta la strada di un totale stravolgimento dell’impianto precedente. Anziché arrivare ad una forma di federalismo o di regionalismo ben articolato ed equilibrato, si è arrivati ad una vera “controriforma” con una fortissima ricentralizzazione dei poteri in capo allo Stato, svuotando di poteri, competenze e responsabilità il sistema delle Regioni a Statuto ordinario, inserendo inoltre una “clausola di supremazia” e congelando invece gli  effetti della riforma stessa per quanto riguarda le cinque Regioni a Statuto speciale. In questo modo si mette in discussione anche il dettato dell’art.5 della Costituzione, che ne è uno dei princìpi fondamentali. Inoltre la riforma costituzionale triplica le firme necessarie per le leggi di iniziativa popolare e riduce il quorum di validità per i referendum popolari solo a prezzo di un forte aumento (da 500.00 a 800.000) delle firme necessarie per la loro promozione, a fronte delle enormi difficoltà per la certificazione delle firme dei cittadini.

  • 7.     Complessivamente il combinato disposto del testo della riforma costituzionale e della complementare legge elettorale darebbe vita ad un assetto costituzionale e istituzionale fortemente squilibrato sul lato della presunta “governabilità” e a scapito della altrettanto essenziale, e fondamentale in democrazia, rappresentatività. Non sarà la campagna demagogica e populista sui costi della politica a poter strumentalmente coprire gli squilibri politici e istituzionali, il surrettizio cambiamento della forma di Stato e della forma di Governo, le incoerenze e le numerose complicazioni del procedimento legislativo, le ripercussioni negative sul sistema delle garanzie costituzionali e dei “pesi e contrappesi”, che dovrebbero sempre caratterizzare una autentica democrazia politica e una democrazia costituzionale, quali erano state delineate dal disegno dei padri costituenti nella Costituzione vigente.

  • 8.     Per tutti questi motivi, i Verdi che sottoscrivono il presente documento decidono di prendere posizione per il NO nel referendum costituzionale, fermo restando che i referendum chiamano in causa in primo luogo il voto delle cittadine e dei cittadini nella loro autonomia di scelta, mentre il ruolo delle forze politiche dovrebbe essere principalmente di informazione e di orientamento verso il voto popolare. In ogni caso, noi eviteremo di schierarci in organismi e comitati, pur legittimi, che perseguano il duplice obiettivo della vittoria dei NO nel referendum (obiettivo ovviamente da noi condiviso per le motivazioni indicate), ma anche della caduta del Governo Renzi. A livello nazionale e locale, noi parteciperemo liberamente a quei comitati per il NO che si caratterizzino esclusivamente per la presa di posizione critica, informata e motivata sul merito della riforma costituzionale e della connessa legge elettorale.

  • 9.     Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, e con lui la Ministra Boschi, a nostro parere sbagliano radicalmente nel mettere sullo stesso piano l’esito del referendum del prossimo 4 dicembre e le sorti del Governo. Se il Governo dovesse dimettersi, sarà per sua autonoma e discutibile scelta, non per la volontà delle elettrici e degli elettori, che sono chiamati a pronunciarsi sul merito della riforma costituzionale e non sulla ipotizzata sconfitta del Governo. In ogni caso, se per propria decisione cadesse il Governo Renzi, non ci sarà alcun obbligo o automatismo di scioglimento delle Camere, essendo questa una esclusiva responsabilità del Presidente della Repubblica, il quale, per dettato costituzionale, dovrà eventualmente o rinviare l’attuale Governo alle Camere (non avendo ricevuto da esse la sfiducia) oppure, dopo opportune consultazioni parlamentari, individuare un altro Presidente del Consiglio. Se prevarranno i NO, è falso inoltre affermare che si chiuderà il capitolo delle riforme. È invece un capitolo che si potrà tempestivamente riaprire già in questa legislatura, sia per quanto riguarda le leggi elettorali per la Camera e il Senato, sia con singole modifiche costituzionali per le parti più largamente condivise e, nella prossima legislatura, con un Parlamento più democraticamente legittimato rispetto a quello espresso dal “Porcellum”, con la capacità di elaborare una riforma più equilibrata, più condivisa e più largamente partecipata.

Questo documento è stato presentato e discusso nel Cosniglio federale nazionale e sottoscritto dalle seguenti Federazione Verdi regionali: TRENTINO, LOMBARDIA, EMILIA ROMAGNA, PIEMONTE, LIGURIA, VENETO, FRIULI VENEZIA GIULIA, TOSCANA, UMBRIA, LAZIO, PUGLIA, CALABRIA, BASILICATA, SICILIA, SARDEGNA. (Abruzzo e Molise non sono federazioni formalmente costituite)

martedì 25 ottobre 2016

Parco del Roccolo. il testo della mozione unitaria votata dai rappresentanti istituzionali il 24 ottobre 2016 a Casorezzo

Storica, a dir poco, assemblea, in quel di Busto Garolfo, dove, in una sala gremita e alla presenza delle rappresentanze istituzionali per un terriotrio di 50 comuni, tra Altomilanese e Magentino Abbiatense, è stata votata all'unanimità una mozione a favore del Parco del Roccolo che è un vero e proprio punto di svolta per le politiche Metropolitane e Regionali.
Grazie a tutti.
A Seguire l'intervento di Gilberto Rossi per gli Ecologisti del Ticino e un video riassunto con l'esposizione dei comitati ambientali di Busto Garolfo e di Casorezzo





Il testo integrale della mozione votata all'unanimità



I Cittadini e i rappresentanti istituzionali dell’Alto Milanese, Magentino e Abbiatense, partecipanti all’assemblea del 24 ottobre indetta dai Comuni di Busto Garolfo, Casorezzo, PLIS Parco del Roccolo e dai comitati territoriali
Preso atto che
La vicenda della Cava di Busto Garolfo-Casorezzo è emblematica perché, ribaltandone il senso può prospettare una via d’uscita dall’attività estrattiva di sabbia e ghiaia (in caduta libera dal punto di vista produttivo) verso lo smaltimento di rifiuti industriali, prospettiva per altro che la stessa Regione ha definito a più riprese ed in sedi autorevoli “non necessaria” visto che la politica del riuso sta coinvolgendo sempre più anche le attività industriali con buoni risultati nel contenimento dei rifiuti.
Considerando che
La domanda a chi serve, allora, lo smaltimento di rifiuti proposto da SOLTER”rimane inquietantemente sospesa senza risposta, almeno per i Cittadini e le Istituzioni locali.
Convinti che
Questa vicenda possa aprire scenari molto diversi che possono fare davvero la differenza per i territori come Altomilanese, Magentino e Abbiatense nei quali le attività estrattive hanno “tradizionalmente” trovato spazio viste le caratteristiche dei terreni ghiaiosi.
Ritenendo necessario
che il territorio riprenda in mano il proprio futuro per decidere cosa diventare e quali prospettive perseguire.
In coerenza con
la più volte dichiarata valorizzazione del Parco del Ticino e del progetto della Dorsale Verde Nord Milano, affermazioni che non devono essere solo sogni, ma idee per governare il territorio concretamente nel contesto di un’area vasta fortemente antropizzata
Preso atto che
Seppur con un certo ritardo anche Città Metropolitana ha ripreso a Settembre la definizione del nuovo Piano Cave scaduto a giugno di quest’anno e prorogato frettolosamente senza una valutazione di merito per tre anni dalla Regione Lombardia.
Considerando
questa vicenda emblematica come occasione per fare i conti seriamente con questo settore prendendo atto che il Piano 2006-2016 aveva fatto stime di volumi da scavare spropositate rispetto alle reali esigenze produttive, ed è all’ordine del giorno una sua revisione, riducendo in modo consistente i volumi di scavo
Nonché
che Il grande tema del ripristino e del recupero delle aree di Cava ancora non ha trovato una definizione chiara e con tempistiche certe, lasciando i territori interessati sempre in una situazione di incertezza.
Tenendo conto che
fino ad oggi si è dimostrata di corto respiro e di dubbio vantaggio per i territori e la loro salvaguardia la scorciatoia che singole amministrazioni locali pensino di imboccare confidando in convenzioni favorevoli con i cavatori
e
che le stesse attività di cava nel pieno rispetto dei singoli territori, potrebbero trovare spazio nel recupero degli stessi materiali edili.
Certi che
se si vuole davvero non consumare altro territorio (come anche la Regione ha sostenuto in una recente legge) ed affrontare il tema del recupero edilizio nella prospettiva di un progressivo efficientamento energetico, e in quella di immense aree industriali dismesse.
Chiedono con forza che
tutti gli “attori” di questo complesso lavoro di rilancio territoriale e ambientale facciano fare la loro parte: i territori proponendo progetti coerenti vincendo anacronistici campanilismi, Città Metropolitana chiarendo il contesto nel quale questi progetti possono realizzarsi ascoltando le istanze che giungono dai cittadini e dalle amministrazioni locali dell’Alto Milanese, Magentino, Abbiatense aprendo con esse un tavolo di confronto, la Regione sostenendo questo progetto con normative coerenti nonché con adeguati  finanziamenti.
Rigettano quindi in toto il progetto SOLTER nel sito ATEg11(Cave di Casorezzo) 
sostenendo i ricorsi presentati sia dai Comuni di Busto Garolfo e Casorezzo, Parco del Roccolo, sia dai comitati locali, come primo passo necessario di un modo nuovo e coerente di affrontare le tematiche territoriali


giovedì 25 agosto 2016

Dopo il terremoto. LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI SAURO TURRONI (Verdi)

riceviamo e volentieri pubblichiamo

DOPO IL TERREMOTO - LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI SAURO TURRONI (VERDI) ex parlamentare ed ex Presidente della Commissione Ambiente e Lavori Pubblici della Camera : “Metta l’Italia in catene e investa in sicurezza e lavoro”.
Signor Presidente,
intendo manifestarle il mio apprezzamento per l’impegno che sta dimostrando in questa gravissima circostanza e con l’intento di collaborare e dare il mio contributo, sento il dovere di farle presente alcuni problemi insiti in talune decisioni riguardanti i temi dell’edilizia e della ricostruzione che dovrà prendere in breve tempo .
Lo faccio come cittadino, volontario in tanti terremoti, componente le squadre tecniche di valutazione della vulnerabilità degli edifici, come urbanista e pianificatore e come ex parlamentare, relatore di molti provvedimenti di ricostruzione post terremoto, componente la commissione del Belice, come politico che si è battuto contro la deregulation urbanistica ed edilizia e contro i condoni.
In queste ore convulse molte voci si stanno alzando chiedendo interventi per la prevenzione, senza essere poi in grado di suggerire soluzioni applicabili e concretamente capaci di coniugare i problemi delle risorse con la natura e le caratteristiche del patrimonio edilizio su cui si deve intervenire.
Le propongo di fermare per sempre l’industria delle catastrofi che dietro il paravento del costo troppo alto per gli interventi di prevenzione approfitta per mantenere le cose come stanno per lucrare nella ricostruzione, negli interventi emergenziali e in tutto ciò che consegue ogni evento calamitoso.
L’Italia è un paese fragile ed altrettanto fragile è il suo patrimonio edilizio, in gran parte tirato su alla meglio, dalla speculazione selvaggia degli anni del boom e dall’abusivismo. Negli anni, purtroppo progressivamente, in nome della semplificazione e della accelerazione delle procedure, è stato di fatto eliminato ogni controllo o verifica e gli interventi sono stati effettuati spessissimo senza tenere in alcun conto la scienza e l’arte del costruire, da maestranze improvvisate e da tecnici con pochi scrupoli.
Da oltre 25 anni, con costanza, ho richiamato l’attenzione dei Governi a pratiche efficaci ed economicamente sostenibili in grado di garantire la sicurezza senza perdere le caratteristiche e la qualità architettoniche o storiche degli abitati da rendere sicuri e nello stesso tempo ai vantaggi in termine di occupazione che gli interventi proposti sono in grado di fornire. A cominciare dalle attività di valutazione della sismogeniticità dei territori e della individuazione delle zone omogenee di rischio e da un rilevamento generalizzato del rischio connesso alle condizioni degli edifici.
“Mettiamo l’Italia in catene” è il titolo di una relazione ad un convegno sulla occupazione che svolsi giusto 25 anni fa e intendo riproporlo anche oggi.
Molti in queste ore ripetono che si dovrà effettuare il consolidamento antisismico degli edifici ; è una affermazione solo parzialmente giusta, le risorse necessarie sono troppo grandi per rendere antisisismica l’Italia, è sufficiente come dicevo anzi, “metterla in catene”, intervenendo con opere leggere, le catene appunto, che aumentino la capacità delle strutture edilizie di resistere ai sisma, magari subendo dei danni nei casi più gravi, ma evitando i lutti che ora colpiscono così drammaticamenteil Paese.
Il proposito annunciato recentemente di far ripartire l’economia favorendo gli interventi edilizi può trovare in questo obiettivo l’occasione migliore per ottenere risultati apprezzabili.
A lei, Presidente, molti riconoscono coraggio e capacità di intervento al di fuori degli schemi consolidati : ebbene colga questa indicazione, promuova concretamente la prevenzione, individuandola come un grande investimento anche in lavoro e occupazione, la indirizzi almeno nei confronti di tutto il patrimonio edilizio costruito prima del 1945, mettendo così al sicuro la ricchezza più importante del nostro Paese, la sua identità culturale e la sua memoria storica.
Tenga conto che per gli interventi che suggerisco l’incidenza del costo del lavoro sul totale del costo dell’investimento è molto alta, pari almeno al 43% .
Il patrimonio edilizio costruito prima del ’45 è stimato in 513 milioni di metri cubi, il costo medio per il tipo di intervento proposto può essere valutato in 800mila Euro /100.000 mc di edificato esistente. Si tratterebbe di un investimento globale di 4 – 4,5 miliardi di Euro, certamente strategico e alla portata di un grande Paese come il nostro.
Si dovrebbe adottare un livello di intervento semplice, ma in grado di conservare l’edificio e di garantire la sicurezza degli abitanti e soprattutto di poco costo, a bassissimo consumo di materiali ed energetico e con ridotti impieghi di tecnologie, riducendo sensibilmente la vulnerabilità degli edifici.
Infine, Presidente, la prego di tenere in maggior conto, nelle riforme che ha in mente riguardanti la semplificazione in materia di costruzioni, che essa non può prescindere da attente e rigorose valutazioni riguardanti i luoghi e le condizioni degli edifici, la loro esposizione ai rischi sismico, geologico, idrogeologico ecc, le modalità con cui sono avvenuti le progettazioni, le autorizzazioni e i controlli, la vulnerabilità di ciascuna costruzione, la sua capacità di essere ampliata o trasformata in sicurezza. Non farlo si scontrerebbe con le drammatiche evidenze di queste ore.
Gli edifici devono essere progettati, autorizzati, realizzati e controllati con rigore. Abbiamo già pagato e sacrificato troppo alla deregulation e al pessimo modo in cui si è edificato in Italia.
Le raccomando un’ultima cosa signor Presidente : i paesi crollati sono luoghi identitari, rappresentano vicende, lavoro, cultura e storia di popolazioni che hanno ora più che mai l’esigenza di ricostruire ciò che hanno perduto . Non consenta che con il lodevole intento di dare velocemente risposte alle persone colpite si cancelli il loro passato e i luoghi dove hanno vissuto. Faccia ogni sforzo per conservare i paesi e le città così pesantemente colpite, ricostruendo ogni edificio. Gli elementi di conoscenza e le capacità tecniche ci sono, si tratta di metterle in azione senza perdere tempo, recuperando allo Stato quel ruolo di guida e comando che lasciato a Regioni e realtà locali non ha saputo dare i risultati attesi.
Signor Presidente, le dico francamente di non condividere molte delle sue azioni politiche, ma “my country, right or wrong “ è il principio che ha sempre guidato la mia azione e perciò con lealtà le offro queste mie considerazioni nella speranza che possano esserle utili per le decisioni che dovrà assumere nelle prossime ore e giorni.
Sauro Turroni
Forlì, 25 agosto 2016

mercoledì 24 agosto 2016

LA SOLIDARIETA’ DEI VERDI ITALIANI CON LE POPOLAZIONI TRAGICAMENTE COLPITE DAL TERREMOTO

LA SOLIDARIETA’ DEI VERDI ITALIANI CON LE POPOLAZIONI TRAGICAMENTE COLPITE DAL TERREMOTO
( Roma – 24 agosto 2016 )
I Verdi italiani esprimono la loro commossa solidarietà con tutte le popolazioni del Centro Italia colpite dal devastante terremoto di questa notte, in particolare nelle province di Rieti e di Ascoli Piceno, dove sono stati gravissimamente danneggiati soprattutto i comuni di Amatrice, Accumoli, Arquata e la frazione Pescara del Tronto, nel Lazio e nelle Marche, ma anche in Abruzzo e nell’Umbria.
Purtroppo si registrano decine di morti e molti altri feriti, con interi paesi completamente distrutti. 
I Verdi italiani esprimono il loro dolore per le vittime e la loro vicinanza ai familiari e a tutti i cittadini delle zone terremotate, insieme ai loro amministratori e a tutto il tessuto sociale, economico e produttivo.
I Verdi italiani ringraziano tutte le forze della protezione civile, che si sono immediatamente mobilitate insieme al volontariato e agli organi dello Stato, delle Regioni e dei Comuni interessati.
Ci auguriamo che in tutta Italia si sviluppi la massima solidarietà, dimostrando una autentica unità nazionale di fronte a questa tragica emergenza, come tante altre volte è purtroppo accaduto in passato in occasione dei precedenti terremoti, negli ultimi anni in Emilia Romagna e in Abruzzo, soprattutto a L’Aquila.
Federazione dei Verdi italiani


domenica 24 luglio 2016

Per il Parco del Roccolo, anno 0. siamo ancora qua.

Buon giorno e buona lettura a tutti.
Purtroppo una notizia divulgata venerdì 22 luglio attorno alle 18, ha scatenato analisi da mercato; per nulla ponderate, ancor meno fondate.
Tutti a gridare "al lupo al lupo", senza sviscerare e analizzare la questione; certo, la complessità pare elevata, soprattutto se ci si affida a campane "interessate a confondere" e a "ambigui proclami".

Ma andiamo per ordine;
1. soggetto. una autorizzazione che per legge deve essere espressa e data da "Milano Città Metropolitana", il nuovo ente che ha sostituito la Provincia di Milano; ente che vede il proprio Governo nominato e votato solamente dai Consiglieri Comunali e non dai cittadini; in politologia si definisce "elezioni di secondo livello".

lunedì 20 giugno 2016

Ballottaggi 2016. I VERDI decisivi!

Napoli  eletto Sindaco De Magistris
con i Verdi al 3,1% e due consiglieri comunali eletti

Bologna eletto Sindaco Virginio Merola
con i Verdi che dopo la corsa solitaria a Sindaco di Matteo Badiali, han trovato un accordo e con l'1,51%, e in compagnia di 4 liste civiche e del PD conquistano il 54,64% dei voti

Elezioni storiche che a livello nazionale decretano la fine della destra nelle sue varie sfaccettature, pensando a Roma e Torino, dove il ballottaggio ha visto centrosinistra contro il movimento 5stelle.

E' in corso una ridefiizione dello spettro politico,
le tematiche ambientali sono al centro della vita pubblica, ma non ancora del dibattito politico per gli ovvi motivi che riassumiamo con un semplice dato accademico; dove c'è libertà di stampa i Verdi sono (diventano) forza di governo e crescono nei consensi; essendo l'Italia al 77° posto, le difficoltà son palesi; idem per la cosidddetta "politica dei grandi disastri" (si pensi alla Val Susa, dove i Verdi si attestavano attorno al 40%) che comporta grandi menzogne, grandi bugie e grandi censure; ma questa è una storia nota.

Da questa tornata elettorale i Verdi imparano che dove hanno la volontà di presentarsi sono determinanti e, anche senza eletti, hanno, in ogni contesto, il merito di sviluppare il dibattito pubblico e portare la consapevolezza ambientale ed ecologica (troppo spesso declinata da piazzisti della politica come green washing, e non come insieme di policy e soluzioni)

Rimane l'amaro in bocca per il mancato accorpametno del Referendum sulle trivellazioni del 17 aprile scorso; alla luce dell'affluenza di questa tornata amministrativa il 30% degli elettori, i 15.000.000 di Italiani che si sono recati alle urne per una nuova politica energetica, è un dato incredibile e importantissimo.



lunedì 23 maggio 2016

Alexander Van der Bellen (Verdi) eletto presidente dell'Austria

i Verdi del Ticino si complimentano con Alexander Van der Bellen per questo risultato straordinario che segna una nuova stagione politica per l'Europa; nel momento della difficoltà il popolo austriaco ha saputo raccogliere la sfida e oltre a dare un chiaro segnale positivo per una nuova visione e interpretaizone ecologista dlela politica austriaca, anche per fermare la destra.

rassegna stampa

giovedì 12 maggio 2016

sabato 14 maggio h.10 Casorezzo Corteo Antidiscarica

dalla pagina fb del comitato
https://www.facebook.com/NODISCARICAAMIANTOINCAVABUSTOGAROLFOCASOREZZO
L'approvazione della discarica di rifiuti speciali è un pericolo concreto. Abbiamo poco tempo e se sarà autorizzata correremo rischi x la salute ed economici (valore delle case a picco). Per questo Sabato 14 maggio ore 10 corteo antidiscarica. Da piazza San Giorgio di Casorezzo sino al presidio (se pioverà si andrà direttamente al presidio). Dobbiamo muoverci compatti e dire NO. Partecipa anche tu con la tua famiglia e diffondi la notizia. Invia questo messaggio ai tuoi contatti. L'unione fa la forza.





Gli Ecologisti del Ticino sostengono le iniziative del comitato e invitano a partecipare



lunedì 22 febbraio 2016

SALUTE, PAESAGGIO, MOBILITA' IL FUTURO DEL NOSTRO TERRITORIO 3 3 2016

Gli Ecologisti dei Ticino e i circoli dei Verdi del territorio 

hanno il piacere di invitarVi

SALUTE, PAESAGGIO, MOBILITA' 
IL FUTURO DEL NOSTRO TERRITORIO
giovedì 3 marzo alle 20,45 Castello di Abbiategrasso


Il nostro territorio è spesso definito un’isola felice per quanto riguarda la qualità della vita rispetto alla desolazione della provincia di Milano. Fino a quando però, visto che grandi opere, inquinamento, consumo di suolo si prospettano in un futuro prossimo, minacciando tutto ciò, compreso il comparto agricolo che tanta importanza riveste  ancora nella nostra area? Può una mobilità integrata di interscambio, alternativa al trasporto su gomma, risolvere i problemi di trasporto locale e di pendolarismo, contribuendo a ridurre le emissioni inquinanti?  Le terre dei due Parchi possono essere modello propositivo di valorizzazione del paesaggio e di un'agricoltura di qualità che rinnova abitudini e comportamenti  e tutela gli aspetti naturalistici di un territorio ricco di canali e fontanili?

A queste ed altre domande si propone di dare risposte concrete l’incontro che giovedì 3 marzo dalle 20,45 si terrà nella sala consiliare del castello Visconteo di Abbiategrasso.
Parteciperanno esperti del settore che proveranno ad argomentare possibili alternative verso un futuro sostenibile e a misura d’uomo: 

  • Ivo Colombo, Cons. Com. Insieme per Boffalora. VERDI   medico dell’Associazione ISDE medici per l’ambiente, ci parlerà del rapporto tra salute e ambiente, 
  • Damiano Di Simine, della direzione scientifica di Legambiente Lombardia, tratterà di mobilità, suolo e grandi infrastrutture, 
  • Enrica Agosti, presidente di Slow Food Lombardia, ci proporrà una riflessione su qualità vita e paesaggio, 
  • Luigi Duse, vicepresidente Parco Lombardo della Valle del Ticino, illustrerà quanto un Parco come quello della Valle del Ticino possa essere fondamentale per uno futuro sostenibile 
  • Anna Scavuzzo, consigliera della Città Metropolitana con delega all'ambiente, all’agricoltura e parchi metropolitani, ci mostrerà l’importanza del rapporto tra Parco Sud e agricoltura. 


Modera Marzio Marzorati, vicepresidente di Legambiente Lombardia.

Sarà inoltre dato ampio spazio a domande ed interventi dal pubblico per rendere la serata la più interessante ed interattiva possibile, auspichiamo quindi un’ampia partecipazione perché questi temi rappresentano la vera scommessa per il nostro territorio.


sabato 13 febbraio 2016

Com.Stampa. Verdi Metropolitani: esperienze e progetti per cambiare davvero.

riceviamo e diamo pubblicazione

VERDI CITTA’ METROPOLITANA DI MILANO 

I Verdi della Città Metropolitana di Milano non si riconoscono nel concetto di città (e nelle logiche che lo definiscono) del candidato sindaco di Milano del centrosinistra.
Per questo (e anche alla luce dell’evidente rapporto politico tra Sala, Scelta Civica e larga parte di Comunione e Liberazione), come già deciso nella riunione del 10 gennaio, comunicano di interrompere l’esperienza politica avviata, con grandi riserve con il PD e con il centrosinistra, proseguendo su idee per il futuro della città alternative a quelle incarnate da Giuseppe Sala.

Proponiamo pertanto a tutte quelle forze politiche, alle realtà ecologiste e civiche, ed ai comitati di cittadini che immaginano un progetto di una Milano diversa, che possa essere traino alle energie positive che credono ancora nei diritti, nella partecipazione, nell'ecologia e nella sostenibilità sociale e ambientale della politica, di incontrarci e di avviare quanto prima un laboratorio alternativo. 

Milano dovrà affrontare temi importanti. 
Dovrà immaginare la propria conversione ecologica, indispensabile per restituire aria pulita ai cittadini; dovrà gestire il dopo Expo e tutte le sue contraddizioni; dovrà spostare attenzione dalle autostrade e dal cemento al trasporto pubblico e al verde urbano; dovrà riprendere la partita strategica degli scali ferroviari; dovrà guidare processi per abbattere le diseguaglianze, promuovere diritti sociali e contrastare la precarietà.

Tutti temi per i quali i Verdi della Città Metropolitana ritengono di poter dare un contributo fattivo, costituito sia da esperienze che da progetti concreti per cambiare davvero.


Verdi Città Metropolitana 
i cooportavoce
Oliviero Camisani 
Silvia Casarolli

Verdi Regionale Lombardia
i cooportavoce:
Aldo Guastafierro
Elisabetta Patelli


mercoledì 13 gennaio 2016

Fiaccolata Anti-Discarica e Falò di Sant'Antonio Casorezzo h.18. domenica 17.1.2016


invitiamo a partecipare a tutti i falò!

Casorezzo corteo antidiscarica h. 18 da piazza San Giorgio a raggiungere il presidio


il corteo e falò antidiscarica dell'anno scorso (VIDEO)



ripercorriamo gli ultimi anni di storia del parco del roccolo (VIDEO)






venerdì 1 gennaio 2016

Marcia della Pace Corbetta 1 gennaio 2016

Giunta alla 15° edizione la Marcia della Pace di Corbetta, quest'anno ancor più importante visti i contesti di guerra che si stanno sviluppando nel mondo, ad alta e a bassa intensità, senza ripeterne i tristi e drammatici episodi.
Molto importante e significativa la presenza di molti Sindaci del Magentino e di rappresentanti del mondo politico e associativo; come Ecologisti del Ticino, ripensiamo alle nostre basi etico culturali, dell'ecologia sociale e ne troviamo fervida e speriamo florida eco, nell'enciclica "Laudato si", e ci uniamo alle richieste di alcuni sindaci, che le intenzioni, non rimangano parole, attivando politiche di pace.




#flashsmog Milano 31 12 2015 foto #ariapulita



rassegna stampa
http://milano.repubblica.it/cronaca/2015/12/31/foto/milano_il_flash_smog-130428663/1/?ref=fb#1

http://milano.corriere.it/foto-gallery/cronaca/15_dicembre_31/flashsmog-darsena-gallery-7041703e-afc7-11e5-98da-4d17ea8642a3.shtml