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martedì 21 gennaio 2020

CARI SI TANGENZIALE, IL FALLIMENTO È TUTTO VOSTRO!

Da Domenico Finiguerra 
In queste ore in cui il sindaco di Robecco ha acceso il nuovo semaforo per mettere in sicurezza i pedoni sul ponte aumentando le emissioni proprio a ridosso dei balconi e della scuola (bastava stringere i due marciapiedi o forse farne uno solo più ampio o magari fare una passerella a sbalzo) riprende fuoco il dibattito sulla tangenziale Anas. E si sprecano gli improperi degli automobilisti inferociti in coda.
Anche se la sindaca Barni dice che la decisione non sia connessa con la battaglia per la tangenziale, che il suo comune insieme a quello di Magenta ed Abbiategrasso e alla Regione Lombardia dei vari Formigoni, Maroni, Fontana e Cattaneo conducono da anni, pare ovvio (anche perché la chiusura della strada verso Cassinetta che passa dalla Tangola poco ha a che vedere con i pedoni sul ponte) che il sottotitolo della decisione sia "se non ci fate la superstrada questi sono i disagi che dovrete pagare".
Ma la responsabilità delle code, delle strade pericolose, dello smog in centro, dei disagi per i cittadini di chi è?
Al netto delle posizioni e delle argomentazioni favorevoli o contrarie alla grande opera, chi è responsabile di questa situazione?
È buffo vedere l'agitazione scomposta dei leghisti e dei sindaci del SI, che in tutti questi anni hanno avuto tutte le leve del comando e le maggioranze a tutti i livelli decisionali, piangere per non aver saputo realizzare questa superstrada.
È buffo vedere i sindaci andare in pellegrinaggio a Roma ad implorare il governo di farla "costi quel che costi". Proprio loro che, dati alla mano, hanno posseduto e posseggono tutte le poltrone per fare davvero questa grande strada nel Parco del Ticino.
È buffo e dovrebbe far sorgere, innanzitutto in chi la strada la vuole, una domanda: "sono stati dei buoni amministratori e dei buoni politici tutti questi sindaci, deputati, consiglieri regionali, presidenti di regione, ministri della repubblica che in vent'anni non sono riusciti neanche ad emettere uno straccio di bando di gara?
Perché qui e ora, grazie a questa scelta della sindaca di Robecco sul Naviglio, emerge chiaramente che coloro che da anni agitano il progetto Anas come soluzione di tutti i mali del territorio hanno semplicemente fallito.
Fallito perché facendo solo la propaganda del partito del cemento e dell'asfalto, non hanno mai saputo interpretare le reali esigenze per la mobilità, fallito perché non hanno mai portato avanti politiche intelligenti e meno impattanti sull'ambiente e sul bilancio dello stato, fallito perché in vent'anni hanno saputo solo inseguire una grande opera senza mai fare o chiedere piccoli interventi che avrebbero sicuramente migliorato la viabilità.
Perché, ad esempio, Robecco sul Naviglio non ha realizzato una sua circonvallazione dietro il cimitero che poi superasse il Naviglio all'altezza della Peralza?
Perché, ad esempio, Abbiategrasso non ha mai ipotizzato una circonvallazione urbana che ovviasse ai problemi di Via Dante?
Perché, ad esempio, non si è mai richiesto un intervento sulla strada Abbiategrasso-Robecco, raddrizzandola, allargandola, mettendola in sicurezza?
Perché, ad esempio, in questi anni si sono solo aggiunti e mai tolti semafori?
Perché non si è investito nel raddoppio della ferrovia e nel trasporto pubblico tra Abbiategrasso e Magenta?
Forse perché si sarebbe trattato di interventi che avrebbero risolto veramente le criticità mettendo in serio dubbio la necessità del grande progetto faraonico?
Forse perché questi interventi avrebbero dovuto essere sostenuti dai bilanci comunali e non da Roma?
Forse perché erano interventi incompatibili con il disegno del grande anello autostradale, preludio all'incursione della metropoli nel Parco del Ticino riserva UNESCO e nel parco agricolo sud Milano?
Sono anni, almeno 20, che l'opposizione alla tangenziale Anas propone queste soluzioni alternative e di buon senso. Io stesso le ho proposte da sindaco di Cassinetta di Lugagnano in decine di incontri e tavoli al Pirellone e a Roma.
Ma quelli che oggi si stracciano le vesti, a quelle riunioni dicevano che era meglio l'autostrada, era meglio il progettone, era più comoda la legge obiettivo di Lunardi e Berlusconi che metteva il turbo alle grandi opere. E dicevano con arroganza che i piccoli comuni, gli agricoltori, la biodiversità, il paesaggio dovevano farsene una ragione.
Quel progetto Anas, che era già vecchio e che faceva acqua da tutte le parti già nel 2000, oggi è ancora più vecchio e inattuale. Perché per risolvere problemi di attraversamento di due comuni, spende un sacco di soldi per fare un'autostrada sui campi, mentre il mondo ci chiede di respirare, di investire sul trasporto pubblico, sull'energia pulita, sull'agricoltura, sul turismo sostenibile.
Chi vuole la superstrada e oggi indica agli automobilisti esasperati in coda a Robecco "quelli del no alla tangenziale" come la causa dei loro disagi, dovrebbe invece riflettere sul proprio fallimento.
Tutti gli atti che lo dimostrano sono pubblici. Basta leggerli e ripassare un po' di cronaca politica locale dal 2000 ad oggi.
E invece di fare scelte che sembrano solo una ripicca infantile, decidersi finalmente ad abbandonare quel progetto scellerato e lavorare seriamente alle soluzioni possibili che migliorano la qualità della vita, come la realizzazione di circonvallazioni urbane, il miglioramento delle strade esistenti, l'eliminazione di inutili semafori. Costano meno e non pregiudicano la vocazione di questo nostro territorio, ultimo baluardo verde della città metropolitana di Milano.