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mercoledì 19 giugno 2013

Pagiannunz Abbiategrasso. Ecologisti a sostegno dei cittadini

Quello che sta avvenendo in queste settimane ad Abbiategrasso in provincia di Milano, desta interesse e preoccupazione, in quanto la contraddizione che si sta sviscerando è paradigmatica della nostra società, volta non solo alla cementificazione selvaggia e all'arricchimento immediato, ma perchè pone importanti questioni "valoriali" su cui la politica ha il dovere e la necessità di interrogarsi.
Per alcuni tratti pare di rivivere il dopoguerra e la corsa al mattone, ma lo scenario è completamente mutato per due evidenti fattori; in primis non c'è necessità di abitazioni, vista l'immensa offerta del mercato immobiliare e i "molti" stabili vuoti, tenuti vuoti di proposito per mantenere elevato il costo degli affitti e degli immobili; quello che in economia viene chiamato "invenzione di scarsità", per mantenere arbitrariamente il prezzo elevato.
Altro fattore particolare è che nonostante una crisi economica diffusa, "esistono" dei fondi che "vogliono" essere investiti in imprese alquanto discutibili che non hanno un ritorno immediato se non quello di essere, appunto, investiti.
La vicenda di Abbiategrasso è paradigmatica per questo, uno dei borghi più belli e suggestivi dell'Est Ticino, rischia di vedersi una colata di cemento nei pressi dell'ex convento dell'annunciata; una zona già martoriata da siti industriali da bonificare che invece di avviarsi alla bonifica, rimangono come reperti dell'industria che fu, senza progetti di recupero e si vuole andare a cementificare anche aree a chiara vocazione agricola.
Gli Ecologisti del Ticino chiedono che si ripeta la procedura di conferenza dei servizi, con il comune di Abbiategrasso, i comuni confinanti, provincia, regione Lombardia e il Parco del Ticino e si ridiscuta la concessione edificatoria a zona commerciale, e ci chiediamo, ancora, dopo le "voci" di moratoria di questi grandi centri commerciali, arrivate ancora 15 giorni fa in occasione del progetto IKEA tra Legnano e Castellanza, come mai, a distanza di nemmeno 50 km, una proposta regionale di moratoria su tutta la regione non trovi riscontro.
Basta ambiguità, è ora di pensare seriamente al futuro dei nostri territori e alla salvaguardia delle peculiarità artistiche, architettoniche, paesaggistiche e culturali che il territorio lombarda offre e valorizzarle per promuovere cultura e turismo, non in vista dei sei mesi di Expo, ma per la vita quotidiana di chi i territori li vive.
Ecologisti del Ticino 

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