I Verdi in piazza per i cortei e iniziative per la celebrazione della LIBERAZIONE
video corteo di Milano
da Bologna
Nel giorno della Liberazione, che celebriamo senza se e senza ma, abbiamo iniziato il nostro impegno a supporto della Campagna per il Dividendo per la Pace, promossa tra gli altri dal fisico Carlo Rovelli
Oggi i Verdi di Bologna in piazza per il 25 Aprile e per promuovere la petizione
SI al dividendo di pace, NO all'aumento delle spese militari
la nota dei GEV giovani europeisti verdi
#25APRILEQuesto 25 aprile è stato diverso dal solito,da un lato perché è il primo dopo due anni di pandemia dall'altro perché è stato segnato inevitabilmente da quello che sta succedendo in Ucraina.Ci ha fatto chiedere con più concretezza che slancio romantico "e io che cosa avrei fatto?"
La resistenza per come la sentiamo noi (e la cosa bella del 25 aprile è di essere una festa che si vive e si inventa dall'intimo del proprio cuore) non è stata semplicemente opposizione armata ad un oppressore tra colpi di mitra ed imboscate. È stata, forse soprattutto, un serbatoio di utopie. È stata un caleidoscopio di immagini di una patria futura, mai pienamente realizzata, verso cui tendere.
Oggi più che mai, disabituati come siamo a immaginare il futuro, sempre più vicini all'orlo di una concreta distopia di fine del mondo, abbiamo bisogno di questa capacità di inventare e sperare in una realtà migliore anche nei tempi più bui, che è il lascito più prezioso dell'esperienza partigiana.
Questo abbiamo visto vivere nei bambini che stamattina hanno colorato le piazze con i fiori in mano, tra le pratoline e le lapidi dei partigiani e delle partigiane, sotto il sole di primavera.
Questo abbiamo visto negli occhi di noi ragazzi in equilibrio tra una speranza mai sopita e una dura realtà fatta di precarietà ed incertezza. Questo abbiamo visto negli occhi commossi dei nostri nonni quando ricordavano, loro che quelle pagine brutte le hanno vissute, gli amici, i parenti morti per un ideale.
Una festa che in piazza ha riunito tutti noi sotto le parole "mai più fascismi".
La resistenza per come la sentiamo noi (e la cosa bella del 25 aprile è di essere una festa che si vive e si inventa dall'intimo del proprio cuore) non è stata semplicemente opposizione armata ad un oppressore tra colpi di mitra ed imboscate. È stata, forse soprattutto, un serbatoio di utopie. È stata un caleidoscopio di immagini di una patria futura, mai pienamente realizzata, verso cui tendere.
Oggi più che mai, disabituati come siamo a immaginare il futuro, sempre più vicini all'orlo di una concreta distopia di fine del mondo, abbiamo bisogno di questa capacità di inventare e sperare in una realtà migliore anche nei tempi più bui, che è il lascito più prezioso dell'esperienza partigiana.
Questo abbiamo visto vivere nei bambini che stamattina hanno colorato le piazze con i fiori in mano, tra le pratoline e le lapidi dei partigiani e delle partigiane, sotto il sole di primavera.
Questo abbiamo visto negli occhi di noi ragazzi in equilibrio tra una speranza mai sopita e una dura realtà fatta di precarietà ed incertezza. Questo abbiamo visto negli occhi commossi dei nostri nonni quando ricordavano, loro che quelle pagine brutte le hanno vissute, gli amici, i parenti morti per un ideale.
Una festa che in piazza ha riunito tutti noi sotto le parole "mai più fascismi".
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