Di Sauro Turroni, già onorevole deputato dei Verdi
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Draghi ha detto molte cose.
Una in particolare però è significativa :
"Quanto agli investimenti pubblici, in tema di infrastrutture occorre investire sulla preparazione tecnica, legale ed economica dei funzionari pubblici, per permettere alle amministrazioni di poter pianificare, progettare e accelerare gli investimenti con certezza dei tempi, dei costi e in piena compatibilità con gli indirizzi di sostenibilità e crescita indicati nel Programma."
Fu il mio pallino quando facemmo la legge Merloni
Per contrastare i grossi staff delle imprese ci volevano tecnici capaci ( e motivati da spirito repubblicano )
Fu la ragione per cui convinsi il Ministro a introdurre l'1% per le progettazioni effettuate all'interno della PA, per incentivare i migliori a restare invece di lasciare negli uffici solo gli incapaci o i farabutti.
Ovviamente fu osteggiata dai sindacati ancora ancorati ad una vecchia concezione che non voleva premiare i meriti, e ancor peggio fu gestita dagli amministratori
Per cui gli incapaci e i farabutti fecero progetti ignobili pur di prendere i soldi.
Tanto per effetto delle riforme della sinistra bassaniniana i progetti non li vede più nessuno, nessuno li discute più pubblicamente per cui succede che vengano realizzate le cose più ignobili e sbagliate.
Perfino il fascismo discuteva pubblicamente i progetti. Si ricordi il dibattito che scoppiò a Firenze a proposito del concorso per realizzare la nuova stazione. I desiderata dei gerarchi furono sconfitti dal dibattito che seguì la presentazione dei progetti, dibattito che ci consegnò la stazione di Santa Maria Novella di Michelucci e Gambrini con la moderna vetrata che fronteggia quella quattrocentesca del Ghirlandaio sulla prospiciente abside di Santa Maria Novella.
Poco tempo dopo convinsi anche Bassanini a fare la stessa cosa con chi faceva i piani.
Andò se possibile ancora peggio.
Il combinato disposto dello spoil sistem alla amatriciana introdotto sempre dal devastante riformismo di Bassanini fece sì che la dirigenza nella PA dovesse la propria nomina alla politica e dunque ne diventasse immediatamente ancella ed esecutrice dei più miserevoli disegni.
Ricordo che nei miei interventi contro questa riforma ripetevo che in questo modo i dirigenti avrebbero portato il caffè a letto del politico di turno e che si sarebbe perso il carattere di terzietà e indipendenza che la Costituzione affida alla PA..
Sono lontani i tempi in cui la lungimirante politica della sinistra emiliana aveva, unica in Italia, organizzato uffici di piano richiamando i migliori giovani urbanisti da tutto il Paese per pianificare secondo indirizzi discussi da una consulta urbanistica che vedeva operare al suo interno il meglio della cultura del governo del territorio presente in una Regione che era allora davvero un faro politico avanzato.
Le poche parole di Draghi riavvolgono il nastro della storia e sembra dicano : "dove eravamo rimasti? " ridando alcune speranze per la ricostutuzione degli apparati tecnici nella nostra PA, smantellati da una politica incapace di misurarsi con le cose, con il territorio, coi fiumi, coi ponti, con le opere , con le dighe, con le alluvioni, con le erosione delle coste ecc ecc.
E anche di confrontarsi con i portatori di interessi ( i loro) in grisaglia che con il corredo di valigette frequentano impuniti gli uffici della PA propronendo ormai indisturbati la qualunque.
Il fatto è che quella che anche noi Verdi, insieme con quella che si definisce " la sinistra" su questo, come su tanti altri temi, siamo privi di visione ed elaborazione nonchè di competenze.
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