I CEMENTIFICATORI DEL TERRITORIO
DEL PARCO DEL TICINO
L’estate 2015 sarà ricordata come la stagione in cui si darà il via libera alla devastazione del territorio, della biodiversità, dell’agricoltura, di parte del creato che vive oggi nel Parco del Ticino? Chi saranno i responsabili della cementificazione?
Dopo 14 anni sta per arrivare nella sede di approvazione definitiva (il CIPE) il progetto Vigevano-Malpensa che attraverserà il Parco del Ticino. Anni di lotte, ricorsi, manifestazioni e petizioni, saranno asfaltati. E con esse saranno cementificati il patrimonio naturale unico e irripetibile, il reticolo irriguo che per secoli ha alimentato le nostre campagne. Sarà compromesso il patrimonio di bellezza e unicità che è gemmato lungo le sponde del Naviglio Grande, tra Abbiategrasso, Cassinetta di Lugagnano e Robecco sul Naviglio. Con buona pace dell’eredità e degli studi di Leonardo da Vinci, delle Ville di Delizia, dei contadini che con fatica hanno curato e preservato questa fertile terra, questa preziosa porzione, una delle poche rimaste, della mezza luna fertile che abbraccia la provincia di Milano.
Il ministro Delrio, nella sua recente visita a Vigevano in sostegno del candidato sindaco del Partito Democratico, ha fatto cadere il velo di ipocrisia degli attori che negli ultimi mesi hanno cercato di dissimulare le loro responsabilità: il Governo Renzi porterà avanti il progetto ANAS. Il sottosegretario De Caro (PD) ha confermato in sede istituzionale che si procederà come da progetto ANAS.
Ma la responsabilità politica di quanto sta per accadere non è certo da imputare al solo ministro o al sottosegretario. La responsabilità politica risiede anche e soprattutto nei rappresentanti locali presso il Parlamento della Repubblica come l’On. Prina (PD), ex sindaco di Corbetta, che ha frequentato per anni il movimento NO Tangenziale, sfilando con la fascia da sindaco, ma che evidentemente oggi abbassa la testa di fronte agli ordini di partito, e l’On. Cova (PD), che ha più volte rassicurato i cittadini di questo territorio rispetto all’inesistenza dei finanziamenti, forse solo per lisciare il pelo all’opposizione che contrasta questa opera devastante alla vigilia elettorale.
Poi, ovviamente, ci sono i sindaci di Abbiategrasso, Magenta e Robecco sul Naviglio. Arrara, Invernizzi e Barni (con le maggioranze che li sostengono) che metteranno la loro firma sull’atto di morte del nostro territorio. Anche se alcuni lo faranno nascondendo la mano.
Arrara, che oltre ad essere il sindaco di Abbiategrasso riveste anche la carica di Consigliere della Città Metropolitana, manifesta posizioni ambigue seguendo la collaudata vecchia scuola democristiana, ma nella sostanza, con atti e pareri ufficiali, certifica che Abbiategrasso la superstrada Vigevano-Malpensa la vuole.
Invernizzi, nonostante una storia amministrativa del centrosinistra Magentino di tutt’altro segno e la presenza di alcune forze politiche presenti ai cortei No Tangenziale, si limita a firmare lettere (con gli altri sindaci del SI) per chiedere alcune modifiche.
Barni, che in anni recenti, prima di diventare sindaco di Robecco, presenziava alle assemblee di Castellazzo de’ Barzi che osteggiavano il progetto ANAS, condannerà Robecco sul Naviglio ad una trasformazione drammatica, devastando con cavalcavia, svincoli e raccordi il territorio di una delle più belle perle del Naviglio Grande, portandosi in casa un mostro d’asfalto gigantesco per risolvere un problema di attraversamento che richiederebbe una semplice circonvallazione.
Tra i responsabili dello scempio imminente, accanto al PD, abbiamo i rappresentanti della “Lega Nord – Noi Con Salvini”, che urlano slogan evergreen come “padroni a casa nostra” e “giù le mani dalle nostre terre”, ma promuovono le colate di cemento sulla terra “lumbarda”. Come il governatore Maroni che recentemente ha presentato il suo piano dossier di 320 km di nuove autostrade per la Lombardia, consegnandolo al ministro Delrio alla presenza del sindaco di Vigevano Sala, fresco di rielezione con la lista la Strada verso Milano (che si ferma nella campagna di Albairate).
Infine, non si può certo dimenticare, il Parco del Ticino, con il suo presidente Beltrami, completamente silente e inadeguato nel ruolo di tutelare la riserva della biosfera UNESCO dalle minacce che a breve potrebbero concretizzarsi.
Eccoli dunque tutti gli attori responsabili della devastazione che sarà il progetto di collegamento Vigevano—Malpensa, tassello della ancor più devastante TOEM, la Tangenziale Esterna Ovest Milanese. Per chi ancora non si è reso conto di cosa cambierà e come cambierà, consigliamo un viaggio sulla TEEM e scegliere uno a caso tra i comuni attraversati da quel nastro d’asfalto.
E’ possibile fermare la mano che perpetrerà questo delitto ai danni del territorio e delle prossime generazioni? Si! Basterebbe un atto politico chiaro e pulito: stralciare il progetto dalla Legge Obiettivo e partire con un progetto di mobilità che punti su trasporto pubblico locale, sulla sistemazione delle strade esistenti e sulla risoluzione dei nodi e degli intoppi che creano code e disagi.
Chi ha il potere di farlo non ha che da decidere di farlo. Il resto sono solo chiacchiere da mestieranti ipocriti della politica. Ma le maschere di cera si stanno già sciogliendo al sole. #NOTANGENZIALE
per adesioni
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