giovedì 13 febbraio 2014

corteo NO CANAL salviamo i parchi cittadini 16 febbraio 2014



Scarpe comode, mantella, thermos pieno e la consapevolezza che possiamo ancora
dare molto fastidio a EXPO2015, alle imprese che stanno distruggendo i parchi 
del nord-ovest milanese dando materialità al progetto chiamato Via d’acqua e alla balbettante giunta Pisapia.
Con  questi attrezzi, da più di tre mesi, presidiamo i cantieri aperti dalla Maltauro di Vicenza e dalla Tagliabue  di Paderno Dugnano,  a Parco Trenno come in via Cancano a Baggio o in via Caldera a Quinto Romano; 
volantiniamo nei mercati dei quartieri interessati e manifestiamo sotto Palazzo Marino o in via Rovello, sede legale di EXPO2015. 
Lo facciamo perché abbiamo a cuore i parchi cittadini, il diritto alla salute e un’idea di partecipazione che nulla ha a che fare con le dinamiche imposte dal grande evento, incarnate in queste settimane dal sig. Confalonieri -consulente della giunta milanese e scelto dai vertici di EXPO SPA come “delegato dell'andamento delle opere essenziali e delle opere connesse di cui il Comune di Milano è ente aggiudicatore, concedente, stazione appaltante, soggetto attuatore”- il quale, nel più classico dei divide et impera, sta cercando di spaccare il fronte dell’opposizione all’opera proponendo piccole varianti su brevi tratti del tracciato, millantando accordi mai rettificati sul tratto dell’opera interno al parco di Trenno e minacciando il ricorso alla forza con l’intervento di Polizia e Carabinieri.
Questi metodi li conosciamo, li abbiamo già visti in ValSusa, con l’ Osservatorio Virano, e Confalonieri ha già avuto la risposta che merita dai presidi che da settimane bloccano i cantieri e dalla determinazione con cui abitanti dei quartieri e attivisti respingono le lusinghe chiamate compensazioni.
E lo ribadiremo domenica 16/02 alle 14.00, partecipando al doppio corteo che dalla MM1 di Bonola e da via Cancano, a Baggio, confluirà al ponte di via Novara per rilanciare in questi quartieri e in tutta la città di Milano la necessità di una presenza continua e numerosa.
Il 16 tracceremo anche un filo comune e una rete di partecipazione che lanci la data di sabato 22/02 quando a Milano, insieme al movimento NoTAV milanese, daremo vita a una giornata di attivismo NoTAV e NoEXPO a difesa di tutte le lotte territoriali e contro il castello accusatorio che, rifacendosi al pacchetto Pisanu del luglio 2005, accusa quattro persone attiviste NoTAV di terrorismo e con queste tutto un radicato movimento popolare e, potenzialmente, lanciando un monito a qualunque tipo di dissenso sociale. In merito alla data del 22/02 arriveranno presto informazioni.
Le occasioni per vederci non mancano.
Con l’attitudine che ci contraddistingue, ci vediamo tutti i giorni sui cantieri,  
domenica 16/02 in corteo a Baggio e sabato 22 a Milano.

rete attitudine noexpo




COMUNICATO STAMPA IN SEGUITO AL PRESIDIO SPONTANEO DI CITTADINI CONTRO I FASCISTI IN PIAZZA LIBERAZIONE...MAGENTA DICE NO A NUOVI E VECCHI FASCISTI

COMUNICATO STAMPA IN SEGUITO AL PRESIDIO SPONTANEO DI CITTADINI CONTRO I FASCISTI IN PIAZZA LIBERAZIONE...MAGENTA DICE NO A NUOVI E VECCHI FASCISTI

Magenta. Domenica pomeriggio, un'amara sorpresa attende i Magentini. Nella piazza chiamata “Liberazione” (ironia della sorte) si tiene un banchetto di un gruppo nazifascista a cui, per l'ennesima volta e nonostante la nostra Costituzione bellissima quanto inapplicata, viene data possibilità di diffondere la loro propaganda revisionista.
L'intento di questi individui era riabilitare il periodo colonialista imperialista perpetrato dal regime fascista che ha esportato nel mondo targato made in Italy ingiustizia, dolore, morte e sfruttamento.
Tra l'Abissinia e i Balcani sono centinaia di migliaia le vite civili spezzate per mano Fascista in nome i un'italianizzazione forzata delle popolazioni sottomesse.
Noi, che continuiamo a credere fortemente nei valori della Resistenza della pace e nella libertà dei popoli contro qualsiasi tipo di imperialismo e colonialismo, ci siamo sentiti in dovere di esprimere il nostro forte dissenso. Siamo lieti che numerosi assessori hanno partecipato al presidio antifascista, sottolineiamo però che Piazza liberazione ha un suo significato, e non deve veder mai più la presenza di fascisti. Magenta non può tollerare ciò e la militanza antifascista sarà puntuialmente presente ogni qual volta Piazza liberazione verrà nuovamente violentata.


Rete Antifascista Ovest Milano
Rifondazione Comunista
Verdi del Ticino
PD  Magenta
SEL Magenta
Punto Rosso Magenta
Indigeni del Ticino




sabato 8 febbraio 2014

Bonifiche, L'Assemblea NoElcon incontra le associazioni e i cittadini di Parabiago

Venerdì 7 febbraio 2014   Biblioteca Comunale di Parabiago

Importante iniziativa per far conoscere al territorio la tematica delle bonifiche dei siti industriali e per portare all'attenzione dei media il sistematico ricorso alle deroghe per vari "depuratori" del Varesotto.

Riportiamo il video della serata
http://www.youtube.com/watch?v=g8zKqAGumHc





e l'intervento del portavoce dei Verdi che coglie l'occasione per informare di altre iniziative e problematiche legate alla qualità dell'ambiente e della vita in questo territorio


giovedì 6 febbraio 2014

APPELLO URGENTE sul Parco nazionale dello Stelvio

APPELLO URGENTE sul Parco nazionale dello Stelvio
WWF Lombardia e LEGAMBIENTE Lombardia e VERDI Lombardia 
ai Consiglieri Regionali della Lombardia 

Milano, 5 febbraio 2014
- Al Presidente del Consiglio Regionale
- Ai Consiglieri Regionali della Lombardia
Parco Nazionale dello Stelvio - appello urgente
Illustre Presidente, Illustri Consiglieri,
nella giornata di ieri si è riunita la Commissione Paritetica dei Dodici, l'organismo Stato-Province Autonome previsto dagli Statuti di Autonomia delle Province di Trento e Bolzano, per l'esame della norma di attuazione relativa al Parco Nazionale dello Stelvio: tradotto, significa che un organismo, espressione di queste due autonomie speciali, elaborerà la proposta, destinata a trasformarsi in Decreto del Presidente della Repubblica, per lo smembramento del Parco Nazionale più grande dell'intero arco alpino, a cui la Lombardia contribuisce con una rilevante dote territoriale, nelle province di Sondrio e di Brescia, pari a 60.000 ettari.
Si sta ripetendo dunque quanto già avvenuto con il maldestro tentativo compiuto con il decreto del 22 dicembre 2010 – che accoglieva la norma d’attuazione votata un mese prima dalla Commissione dei Dodici, senza l’intesa con la Regione Lombardia – e che ha già provocato danni enormi, e cioè la sostanziale e perdurante paralisi dell’attività dell’Ente, dovuta al mancato rinnovo degli organi collegiali scaduti da molti mesi:
il Consiglio direttivo dal 26 dicembre 2010;
il Comitato di gestione per la Provincia autonoma di Bolzano dal 12 marzo 2011; 
il Comitato di gestione per la Provincia autonoma di Trento dal 16 luglio 2011; 
il Comitato di gestione per la Regione Lombardia dal 3 ottobre 2012.
Di fatto, da oltre tre anni il parco è privo dell’organo collegiale di vertice (Consiglio Direttivo), per mancata nomina dal Ministro dell’Ambiente, e conseguentemente manca anche un rappresentante delle associazioni ambientaliste. 
Questa situazione aggrava la condizione di sostanziale non-governo dell'area protetta, il cui Piano di Gestione giace da anni presso gli uffici ministeriali, in attesa di approvazione definitiva. 
L'unico elemento di novità rispetto al 2010 è la intervenuta approvazione della Legge 27 dicembre 2013, n. 147 (Legge di Stabilità 2014) che stabilisce che “mediante intese tra lo Stato, la regione Valle d'Aosta e le province autonome di Trento e di Bolzano, da concludere entro il 30 giugno 2014, sono definiti gli ambiti per il trasferimento o la delega delle funzioni statali e dei relativi oneri finanziari riferiti, in particolare, ai servizi ferroviari di interesse locale per la Valle d'Aosta, alle Agenzie fiscali dello Stato e alle funzioni amministrative, organizzative e di supporto riguardanti la giustizia civile, penale e minorile, con esclusione di quelle relative al personale di magistratura, nonchè al Parco nazionale dello Stelvio, per le province autonome di Trento e di Bolzano. Con apposite norme di attuazione si provvede al completamento del trasferimento o della delega delle funzioni statali oggetto dell'intesa.” (comma 515). 
Nessuna novità riguarda invece la Regione Lombardia, che pure del Parco è 'azionista di maggioranza' in termini di superficie territoriale: la legge, oggi come allora, non dispone alcuna necessità di intesa con la Regione Lombardia. 
Consideriamo gravissimo, oltre che lesivo delle prerogative istituzionali di Regione Lombardia, che il futuro assetto istituzionale, organizzativo e gestionale di una delle principali aree protette d’Italia sia deciso unilateralmente senza un preventivo confronto con tutti gli interlocutori interessati (Ente Parco, Ministero dell’Ambiente, Province autonome di Trento e di Bolzano, Regione Lombardia, Comuni del Parco, comunità locali, mondo scientifico, associazioni di protezione ambientale, cittadini). Oggi come allora, si ritiene necessario che Regione Lombardia agisca esercitando le prerogative istituzionali che dovrebbero vederla, con pari dignità, partecipe di decisioni così rilevanti per un'area che ricopre il 2,5% del territorio regionale, portando la questione all’esame del Consiglio Regionale della Lombardia, marcando la differenza con la vicina Regione a statuto speciale, in cui la questione non è stata portata neppure nelle assemblee elettive delle Province Autonome.
Crediamo che sia assolutamente inaccettabile che il destino di un'area protetta così importante, istituita, lo ricordiamo, nel lontano 1935, venga definito all'interno di un direttorio ristretto, pur costituzionalmente riconosciuto, formato da 12 membri in alcun modo rappresentativi delle comunità -locali e regionali- di riferimento, ed entro cui non siede nemmeno un rappresentante della regione in cui si estende il 45% del territorio protetto.
Per questo siamo a esortare i Consiglieri Regionali della Lombardia all'assunzione urgente di una determinazione che, nel far valere le prerogative istituzionali della nostra regione, imponga di sospendere la norma di attuazione sul Parco Nazionale dello Stelvio in attesa di un approfondito esame della problematica
- nelle Commissioni Consiliari Regionali
- nel Consiglio Regionale della Lombardia
- nei Consigli Provinciali di Trento e di Bolzano e della Regione Trentino – Alto Adige/ Südtirol

gli scriventi ribadiscono la loro contrarietà allo smembramento del Parco Nazionale dello Stelvio, rivendicano per il Parco una pianificazione unitaria e il mantenimento della presenza di una governance aperta alle associazioni e al loro ruolo di garanzia e partecipazione, e al contempo auspicano che la Regione Lombardia si faccia promotrice di una energica iniziativa 'rifondativa' del Parco Nazionale, con la consapevolezza che la grave situazione attuale, per quanto inaccettabile per modalità istituzionale, assume come giustificanti proprio l'inerzia e i comportamenti contraddittori (emersi con particolare virulenza in occasione dei Mondiali di Sci del 2005 svoltisi nel territorio protetto, giustamente additati a livello internazionale come pessima pratica sotto il profilo della sostenibilità ambientale) della componente lombarda del Consorzio di Gestione.

Fiduciosi in una fattiva assunzione di ruolo da parte del Consiglio Regionale della Lombardia, con l'occasione porgiamo cordiali saluti

Elisabetta Patelli e Aldo Guastafierro 
coportavoci Verdi della Lombardia 
e i direttivi regionali di WWF e Legambiente

ne diamo pubblicazione per conoscenza
Ecologsti del Ticino