mercoledì 3 luglio 2013

Monza 7 luglio Ecologisti coi territori contro i palazzi di expo


Gli Ecologisti del Ticino e gli Ecologisti Lombardi, 
domenica 7 luglio
partecipano e vi invitano a partecipare
Monza, Largo Mazzini, dalle ore 15

7 LUGLIO 2013  
LE NOSTRE PIAZZE CONTRO I PALAZZI DI EXPO 2015  #7L

Le massime cariche politiche nazionali e internazionali – da Napolitano a Letta, fino al Presidente della Commissione Europea Barroso – atterrano a Monza il 7 luglio per inaugurare la Villa Reale come sede di rappresentanza di EXPO 2015. Un passaggio cruciale nell’avvicinamento all’esposizione che aprirà i battenti il 1° maggio 2015 e una ghiotta occasione per chi sta costruendo il grande evento fieristico. Il carrozzone mediatico che sta infatti lucidando la vetrina di EXPO si è messo in moto da tempo, ma accelera a partire dall’appuntamento monzese, che Maroni definisce prima tappa di un “EXPO World Tour”.


Le promesse fatte in questi casi sono note: ricchezza, lavoro, turismo, benefici per tutta la metropoli. E anche per il 2015 la dinamica in atto è la stessa, con promotori -pubblici e privati- che vendono l’evento utilizzando in primis la leva occupazionale e promesse di crescita economica, che in tempi di crisi non possono che riscuotere consensi tra la popolazione.

In realtà poco o nulla di tutto questo è accaduto negli ultimi vent’anni per le Esposizioni Universali tenutesi in Europa, né accadrà qui. Da Genova a Lisbona, da Saragozza a Hannover, il passaggio di visitatori è sempre stato inferiore alle aspettative, il territorio non ha avuto nuovo sviluppo e le amministrazioni pubbliche, invece, si sono trovate in forte stato di deficit economico a causa del drenaggio di risorse avvenuto per supportare gli investimenti e le spese legate all’Esposizione.
Se guardassimo oltre il velo della propaganda, ricorderemmo che nel 2008 si parlava di circa 70000 nuovi occupati, mentre oggi sui siti ufficiali questa cifra si riduce a 3000, ridimensionamento che rende bene l’idea del flop annunciato anche per Milano. 3000 contratti di lavoro precario, che nulla offrono in termini di garanzia e progettualità esistenziale per i “fortunati” firmatari. E’ poi dei
giorni scorsi la notizia che EXPO intende avvalersi del lavoro “volontario” da parte dei detenuti, altra circostanza che fa capire bene la direzione che sta prendendo la “grossa occasione occupazionale” lombarda. E se allargassimo il discorso al futuro, al post evento, vedremmo come il vero impatto e la vera eredità che i territori si trovano a dover gestire sono aree verdi e agricole irrevocabilmente cementificate, edifici costruiti per l’evento che restano vuoti e inutilizzati, debiti pesanti per le casse delle amministrazioni pubbliche, che si traducono in fretta in ulteriori tagli ai servizi e riduzione dei diritti per la comunità. Ragionamenti comprovati anche da grandi
eventi di natura affine, come le Olimpiadi di Atene del 2004 o quelle più vicine a noi di Torino 2006 che hanno avuto effetti devastanti sulla vita delle persone delle rispettive città.

Chiediamo pertanto che in questo periodo di crisi tali risorse vadano investite in servizi pubblici di primaria importanza per la collettività (mobilità, istruzione, casa, sanità, etc.) e in misure di welfare che garantiscano la continuità di reddito per le precarie e i precari.
Come rispondono invece politici e amministrazioni pubbliche? Chiedendo deroghe al patto di stabilità solo in funzione di Expo, ma al contempo insistendo con politiche di austerità. Un interessato regalo agli attori economici legati a EXPO e alle opere connesse (ad esempio le
tangenziali esterne milanesi, la Brebemi o la Pedemontana) e al crimine organizzato.

E per quanto riguarda la città di Monza, EXPO 2015 non lascerà una gestione migliore né del parco né della Villa Reale. Il vero risultato di questa scelta sarà, una volta di più, la retrocessione delle istituzioni pubbliche -dal Comune alla Provincia alla Regione- a spalla per attori privati, veri protagonisti di questi eventi e unici a guadagnarci, sia economicamente che in termini di posizione di potere.

Per tutti questi motivi noi di EXPO 2015 avremmo fatto volentieri a meno e oggi che l’organizzazione entra nel vivo, rilanciamo la nostra opposizione a ciò che questo evento è e rappresenta. In questo senso questo appello è un invito a cambiare passo per chi si riconosce in un’attitudine che si oppone al fenomeno descritto: da qui in poi occorrerà trovare tempi e modi per raccontare quello che è realmente EXPO 2015 e disinnescare i dispositivi di propaganda e controllo delle istituzioni e degli investitori, così da stimolare una presa di coscienza forte e risposte adeguate.



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Domenica 7 luglio 2013, Monza, Largo Mazzini, dalle ore 15



PARTENZA CRITICAL MASS, GAZEBO INFORMATIVI E ATTITUDINE NOEXPO



Una giornata di mobilitazione per ribadire che l’unico grande evento che ci interessa supportare riguarda RIAPPROPRIAZIONE DEI DIRITTI, ACCESSO AL REDDITO, DIFESA DEL TERRITORIO




Le massime cariche politiche nazionali e internazionali – da Napolitano a Letta, fino al Presidente della Commissione Europea Barroso – atterrano a Monza il 7 luglio per inaugurare la Villa Reale come sede di rappresentanza di EXPO 2015. Un passaggio cruciale nell’avvicinamento all’esposizione che aprirà i battenti il 1° maggio 2015 e una ghiotta occasione per chi sta costruendo il grande evento fieristico. Il carrozzone mediatico che sta infatti lucidando la vetrina di EXPO si è messo in moto da tempo, ma accelera a partire dall’appuntamento monzese, che Maroni definisce prima tappa di un “EXPO World Tour”.


Le promesse fatte in questi casi sono note: ricchezza, lavoro, turismo, benefici per tutta la metropoli. E anche per il 2015 la dinamica in atto è la stessa, con promotori -pubblici e privati- che vendono l’evento utilizzando in primis la leva occupazionale e promesse di crescita economica, che in tempi di crisi non possono che riscuotere consensi tra la popolazione.

In realtà poco o nulla di tutto questo è accaduto negli ultimi vent’anni per le Esposizioni Universali tenutesi in Europa, né accadrà qui. Da Genova a Lisbona, da Saragozza a Hannover, il passaggio di visitatori è sempre stato inferiore alle aspettative, il territorio non ha avuto nuovo sviluppo e le amministrazioni pubbliche, invece, si sono trovate in forte stato di deficit economico a causa del drenaggio di risorse avvenuto per supportare gli investimenti e le spese legate all’Esposizione.
Se guardassimo oltre il velo della propaganda, ricorderemmo che nel 2008 si parlava di circa 70000 nuovi occupati, mentre oggi sui siti ufficiali questa cifra si riduce a 3000, ridimensionamento che rende bene l’idea del flop annunciato anche per Milano. 3000 contratti di lavoro precario, che nulla offrono in termini di garanzia e progettualità esistenziale per i “fortunati” firmatari. E’ poi dei
giorni scorsi la notizia che EXPO intende avvalersi del lavoro “volontario” da parte dei detenuti, altra circostanza che fa capire bene la direzione che sta prendendo la “grossa occasione occupazionale” lombarda. E se allargassimo il discorso al futuro, al post evento, vedremmo come il vero impatto e la vera eredità che i territori si trovano a dover gestire sono aree verdi e agricole irrevocabilmente cementificate, edifici costruiti per l’evento che restano vuoti e inutilizzati, debiti pesanti per le casse delle amministrazioni pubbliche, che si traducono in fretta in ulteriori tagli ai servizi e riduzione dei diritti per la comunità. Ragionamenti comprovati anche da grandi
eventi di natura affine, come le Olimpiadi di Atene del 2004 o quelle più vicine a noi di Torino 2006 che hanno avuto effetti devastanti sulla vita delle persone delle rispettive città.

Chiediamo pertanto che in questo periodo di crisi tali risorse vadano investite in servizi pubblici di primaria importanza per la collettività (mobilità, istruzione, casa, sanità, etc.) e in misure di welfare che garantiscano la continuità di reddito per le precarie e i precari.
Come rispondono invece politici e amministrazioni pubbliche? Chiedendo deroghe al patto di stabilità solo in funzione di Expo, ma al contempo insistendo con politiche di austerità. Un interessato regalo agli attori economici legati a EXPO e alle opere connesse (ad esempio le
tangenziali esterne milanesi, la Brebemi o la Pedemontana) e al crimine organizzato.

E per quanto riguarda la città di Monza, EXPO 2015 non lascerà una gestione migliore né del parco né della Villa Reale. Il vero risultato di questa scelta sarà, una volta di più, la retrocessione delle istituzioni pubbliche -dal Comune alla Provincia alla Regione- a spalla per attori privati, veri protagonisti di questi eventi e unici a guadagnarci, sia economicamente che in termini di posizione di potere.

Per tutti questi motivi noi di EXPO 2015 avremmo fatto volentieri a meno e oggi che l’organizzazione entra nel vivo, rilanciamo la nostra opposizione a ciò che questo evento è e rappresenta. In questo senso questo appello è un invito a cambiare passo per chi si riconosce in un’attitudine che si oppone al fenomeno descritto: da qui in poi occorrerà trovare tempi e modi per raccontare quello che è realmente EXPO 2015 e disinnescare i dispositivi di propaganda e controllo delle istituzioni e degli investitori, così da stimolare una presa di coscienza forte e risposte adeguate.



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Domenica 7 luglio 2013, Monza, Largo Mazzini, dalle ore 15



PARTENZA CRITICAL MASS, GAZEBO INFORMATIVI E ATTITUDINE NOEXPO



Una giornata di mobilitazione per ribadire che l’unico grande evento che ci interessa supportare riguarda RIAPPROPRIAZIONE DEI DIRITTI, ACCESSO AL REDDITO, DIFESA DEL TERRITORIO



Video di lancio: http://www.youtube.com/watch?v=5H-L9sMFzbY






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Prime adesioni:



AMBROSIA (Milano)

CANTIERE (Milano)

CASCINA TORCHIERA (Milano)

CO.M.P.O.ST. (Monza)

CSA BARAONDA (Segrate)

CUB

FOA BOCCACCIO 003

LAMBRETTA (Milano)

NO EXPO

NO TEM

OFF TOPIC

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA CIRCOLO “P. IMPASTATO” DI MONZA

PDCI MONZA

RETE SAN PRECARIO MILANO

RETE SOLIDALE JABIL

SMS – SPAZIO MUTUO SOCCORSO (Milano)

SOS FORNACE (Rho)

USB MONZA BRIANZA – USB MONZA – MERATE

ZAM (Milano)

ECOLOGISTI DEL TICINO (Magenta)

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